Raggiungiamo la ormai nota stilista di moda, Bianca Gadola nel suo mondo creativo in Svizzera per una intervista che si intrufola un pò nella sua personalità meno raccontata ma che sicuramente ci svela aspetti del suo essere che vanno ad influenzare le sue ambizioni, il suo percorso, le sue scelte.
E' sempre molto disponibile Biancae, una donna solare e positiva e con la mente aperta sul mondo e sul futuro del suo lavoro. Una donna decisa con le idee ben chiare.
E quindi lasciamo parlare lei.
Ciao Bianca siamo curiosi. Qual è la tua migliore qualità ?
La perseveranza nel lavoro e quindi la fermezza nel perseguire gli scopi che mi propongo.
E il tuo peggior difetto?
La poca dimestichezza con le lingue straniere.
Mi pesa molto il fatto di non poter comunicare con le persone di lingua e cultura diverse e mi rendo conto che ciò mi limita nel lavoro, impedendomi soprattutto di tradurre sino in fondo, attraverso le parole, le mie emozioni e di trasmettere l'empatia che vivo quando mi relaziono con le mie clienti straniere.
Vorrei superare questo divario ma mi risulta alquanto difficile. Mi rimane però il linguaggio dell'arte sartoriale che mi permette di tradurre e trasferire emozioni, attese e desideri in un capo unico e di poter così superare comunque ogni steccato.
Non sempre amiamo tutto della nostra personalità . Tu cosa cambieresti in te?
Ciò che non è possibile: l'età . Nel senso che tornerei indietro almeno di vent'anni con la saggezza e l'esperienza di oggi per evitare scelte improvvide che posso aver fatto in passato.
Sei una grande creativa e sicuramente in te c'è, oltre all'impegno, anche
una grande passione .Tre cose che ami di più del tuo lavoro. Raccontaci.
La possibilità di creare bellezza realizzando capi su misura che procurino gioia in chi li indossa, la consapevolezza che le mie creazioni rappresentano, come ho detto prima, un linguaggio universale ed infine l'opportunità di lavorare in un ambiente che definirei bucolico, dove la natura ha un grande fascino e la cura che l'uomo le presta è misurata, educata, così da indurre un senso di serenità e di tranquillità in chi vive e lavora in questi luoghi.
Proviamo ad entrare di più nel tuo mondo quindi siamo curiosi di sapere in poche parole quale è la tua giornata di lavoro perfetta.
Quella in cui la quiete di questi luoghi magnifici sa conciliare la mia concentrazione e lo spirito inventivo per poter concludere al meglio il lavoro progettato.
Spesso un creativo è talmente concentrato nel proprio lavoro da non lasciare trasparire alcuna emozione, che però invece c'è. Qual è stata l'emozione più grande mai provata nella tua attività ?
Ogni volta che sul viso delle mie clienti colgo il sorriso genuinamente compiaciuto nell'indossare l'abito, io provo simpaticamente una forte emozione perché quell'espressione gratifica il mio lavoro sartoriale fatto di dedizione, concentrazioni, anche tensione ed ansia nel trovare il finale compiuto per la mia cliente.
Altro tipo di emozione, comunque forte, la provo nel partecipare alle sfilate alle quali vengo invitata o da me stessa proposte. Il poter presentare le mie creazioni al pubblico indistinto sentendone il calore è occasione e dimostrazione di apprezzamento delle mie creazioni; ciò appaga ulteriormente le mie attese, pungolandomi nel prosieguo della mia attività che tanto mi piace perché è anche continua ricerca del bello e, ora e sempre più, sostenibile.
Tanti anni , tanto lavoro, tante creazioni. Qual è l'abito chi ha realizzato a cui ti senti più affezionata?
Ogni abito realizzato, perché unico è parte integrante del mio lungo e laborioso percorso creativo che mi ha portato sino a qui.
Questo per significare che mi sento affezionata ad ogni mio abito perché ogni mio abito è stato ed è ancora un prezioso contributo al mio cammino di crescita professionale.
Il percorso di vita è importante . Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formata?
Certamente l'aver trascorso i primi anni della mia vita in Venezia, città che mi ha instillato il senso del bello, dell'armonia, e fatto amare l'arte nelle sue diverse forme.
Poi l'esperienza che ha forgiato la mia personalità , richiedendo molte risorse fisiche e mentali, e che esula dal contesto lavorativo in senso stretto: quella di A amministratore Pubblico, in veste di Assessore alle attività produttive di comunità montana, ente che nel corso del mandato 2004-2009 raggruppava i 13 comuni della Valchiavenna.
Mai fermarsi e mai sentirsi arrivati ce lo siamo dette tante volte. Hai un sogno?
Il sogno nel cassetto?
Aprire un Atelier mio nella città Regina sul mare Venezia, la Serenissima, città dove trascorsi parte della mia infanzia, città che amo più di ogni altro luogo; culla di storia, di arte, di cultura; scrigno di armonia, bellezza e di fascino unici e che certamente sarebbe ricca fonte di ispirazione anche nel mio lavoro.
Con questa ultima curiosità ci salutiamo e ti ringraziamo Bianca per esserti raccontata.
A chi vorresti dedicare i tuoi successi?
Senza dubbio a mia madre, e mio mentore, che mi ha sempre incoraggiata, supportata e aiutata, traendo in me e nelle mie capacità .
Altro su BIANCA GADOLA QUI #adv